Lo stile Luigi XVI: perché (inaspettatamente) potresti amarlo anche tu
Devo essere sincera: la prima volta che ho
sentito parlare dello stile Luigi XVI, ho pensato “Oddio, roba da
reggia. Non fa per me.” Mi immaginavo stanze fredde, troni imbottiti e mobili
talmente perfetti da aver paura di toccarli. Eppure, eccomi qui, oggi, a
parlarvene — e no, non perché mi abbiano costretto — ma perché, tra una ricerca
e l’altra, ho iniziato a studiarlo e guardarlo con occhi nuovi. E c’è del
bello, anche lì dove all’inizio pensavo di non trovarlo.
Un salto nel tempo: cos’è questo famoso stile Luigi XVI?
Questo stile di arredamento nasce nella Francia del tardo Settecento,
quando si mette da parte l’eccesso rococò per tornare alla semplicità classica:
colonne greche, armonia, ordine.
In realtà, lo
stile riflette perfettamente il clima dell’epoca: meno frivolezza, più
razionalità. Siamo nel pieno dell’Illuminismo e l’arredo segue esattamente
quella filosofia di pensiero.
In parole
povere? Mobili dalle linee dritte, decorazioni misurate, materiali nobili. Una
bellezza più discreta, ma con un’identità forte.
Se poi vogliamo essere precisi, questo stile è
detto “Luigi XVI” ma molte delle sue caratteristiche comparvero già negli
ultimi anni del regno di Luigi XV, come risposta al desiderio crescente di
sobrietà e simmetria.
Come riconoscerlo a colpo d’occhio (senza essere esperti d’antiquariato)
Linee dritte, niente curve esageratePoltrona in stile Luigi XVI - Gambe affusolate e scanalate, quasi sempre dritte
- Intarsi floreali, ghirlande, foglie d'alloro... ma con eleganza, non barocco
- Marmo, bronzo dorato, legni pregiati (mogano su tutti)
- Simmetria, simmetria, simmetria
Un dettaglio molto ricorrente e molto interessante da notare sono le “rosette scolpite” agli angoli dei mobili: piccole, precise, spesso incise a mano. Un simbolo inconfondibile dello stile.
Ma quindi... ha senso inserirlo in una casa moderna?
Più di quanto pensi. Non serve trasformare il soggiorno in una stanza della
regina Maria Antonietta. Basta un pezzo solo — magari una sedia, una
consolle, un comò — per dare carattere all’ambiente. Molti designer oggi
scelgono proprio questo mix: un comò Luigi XVI sotto un grande specchio moderno
crea un contrasto affascinante.
E anzi, il contrasto con uno stile più minimal o
contemporaneo crea un effetto sorprendente. Il classico non invecchia mai, se
abbinato bene.
Il mio consiglio personale? Giocateci. Ma con leggerezza.
Andate ai mercatini, rovistate nelle soffitte dei
nonni, osservate bene. I pezzi in stile Luigi XVI si riconoscono non solo per
l’aspetto, ma anche per le proporzioni: nulla è casuale, ogni elemento è in
equilibrio.
Magari quello che vi sembrava un mobile ingombrante è in realtà un piccolo
capolavoro da riportare in vita. Con un po’ di restauro e qualche accorgimento,
può diventare il pezzo che racconta qualcosa di voi.
E poi, diciamocelo: nel mondo del vintage, ogni
oggetto ha una storia. E se c’è una cosa che adoro, è proprio scoprire storie
dimenticate.
✏️ Articolo
scritto da Micaela Caputo
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